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La pietra |
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Scolpire e lavorare la pietra è un’attività che appartiene
al Dna dei camuni. Non c’è affermazione più adeguata se si pensa alla miriade
di incisioni rupestri sui massi di Capo di Ponte, di Luine di Boario, di Ceto,
Cimbergo e Paspardo.
Ma non solo… Percorrendo la Val Camonica e spaziando lungo
le pendici dei monti ci si imbatte in numerosi piccoli centri, distesi su
pianori o arroccati lungo i pendii, dai quali si ergono campanili e torri in
pietra. Se la curiosità vi spinge poi a passeggiare per i vicoli più stretti,
non è difficile scoprire portali, architravi, fontane, loggiati, stemmi e fregi
in pietra, che punteggiano con regolarità l’intero paesaggio. La maestria degli
scalpellini camuni del passato si coglie soprattutto osservando la lavorazione
dei portali d’ingresso, dai fregi delle balconate o dalle facciate delle case
padronali.
Tra le antiche attività tradizionali della Val Camonica un
posto di rilievo è quindi occupato dalla lavorazione della pietra. È un’arte di
tradizione millenaria, che necessita di una lavorazione faticosa e manuale, usando
strumenti e tecniche tramandati da padre in figlio, per generazioni, nelle
famiglie di scalpellini e intagliatori che ne conservano i segreti, l'abilità e
la tecnica della lavorazione. Gli strumenti utilizzati sono semplici martelli,
mazzuoli, scalpelli e subbie di varie tipologie e dimensioni che nelle mani
esperte dei maestri liberano dalla pietra oggetti, bassorilievi, ornamenti e
sculture.
La lavorazione della pietra era una tecnica diffusa in numerose
zone della Valle, ma al giorno d’oggi pochi sono rimasti gli scalpellini che la
sanno ancora maneggiare abilmente. I pochi laboratori artigiani restati
conservano però il gusto e le caratteristiche tipiche dall’arte montana.
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