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Nei secoli XVI e XVII intagliatori, per lo più valligiani, scolpiscono nelle chiese camune, anche nelle più piccole e sperdute fra i monti, magnifici paliotti d’altare, soase, tabernacoli, con un’efficacia, un vigore ed un senso della realtà così spiccati da lasciare stupiti. Viene spontaneo il paragone con il carattere stesso, ingenuo e schietto, degli abitanti della Valle Camonica: a volte la raffinatezza dell’insieme fa pensare a finezza di pensiero e di sentimenti, a quella profonda sensibilità artistica di cui i camuni sono naturalmente dotati e capaci.
Ho visto le chiese parrocchiali di Cedegolo e Berzo Demo, belle nella costruzione d’insieme, dove vengono custodite con cura sculture lignee di Pietro Ramus e della sua scuola: possono diventare meta artistica e culturale per un visitatore, che poi potrà godersi un magnifico panorama lungo la strada che porta a Berzo e potrà riposarsi nel verde dei suoi boschi.
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Il Prof. Giovanni Vezzoli, nel suo libro “Sculture lignee in Valle Camonica”, descrive mirabilmente le sculture lignee camune ed io non posso che fare riferimento alla sua grande esperienza di conoscitore e studioso di tali opere.
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A Cedegolo la soasa ed il tabernacolo dell’altar maggiore della chiesa parrocchiale di San Girolamo sono di sicura attribuzione a Pietro Ramus. L’architettura d’insieme, le statue, gli angioletti, che “si spingono a guardar sotto quasi timorosi di scivolare in basso”, i colori e le dorature creano un’opera che esprime in pieno la ricca personalità dell’artista. Il paliotto dell’altar maggiore è invece di Giovanni Picini: è un groviglio di decorazioni vivacissime, pieno di angioletti che si toccano e poi si lasciano come in una danza o come in un gioco di bambini. Giovani donne avvolte in ampie vesti drappeggiate, in atteggiamenti mossi ed aggraziati, rappresentano le quattro virtù teologali, a lato del paliotto. La Speranza ha un grande ciuffo di capelli gettato da un lato per un gran colpo di vento o, come dice Vezzoli, per impazienza: proprio la Speranza! Al centro l’Adorazione dei Magi in uno spazio profondo e prospettico, dove ciascun personaggio ha la sua collocazione, il suo carattere, una sua intensa personalità, un suo attento modo di esprimersi.
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