Cevo: Andrista, arte e tradizione
 
25040   Cevo
 

Cascine nei prati di Cevo

Il centro storico di Andrista

 
Chiesa o luogo sacro

 
A piedi In bicicletta

 
Paesaggistico Storico Architettura rurale

 

Si arriva ad Andrista, frazione di Cevo, percorrendo pochi chilometri della provinciale, che parte a monte dell’abitato di Cedegolo. Gli abitanti, poco più di cento, amano molto le loro chiese, le fanno restaurare a loro spese, cercano di proteggerle dai ladri d’opere d’arte, che molte volte in Valle agiscono su commissione. Amano la montagna, immersi come sono nella natura, con il cuore aperto ad ampie visioni panoramiche.
Nella parrocchiale della Madonna del Carmelo puoi ammirare una coloratissima soasa* sopra l’altar maggiore, ben restaurata, con belle statue di santi, angioletti e fiori laccati, che emanano lo stesso profumo di quelli dei campi tutt’intorno. E’ pure conservato nella parrocchiale il paliotto dell’altare della chiesa dei SS. Nazzaro e Celso, dipinto su cuoio, anche questo pieno di fiori colorati. Questa chiesetta quattrocentesca è appena fuori dal paese, tutta circondata da un piccolo cimitero con lapidi e croci infisse nel terreno che, viste da lontano, sembrano abbracciarla strettamente. Nel muro di cinta c’è una scritta antica su marmo chiaro: “elemosine per i morti”. Appena sotto, circondata da granito, c’è una cassettina di ferro dove venivano messe le offerte: non ho mai visto niente di simile negli altri paesi della valle. Sul portale d’ingresso del campanile in granito c’è una data che indica probabilmente l’anno del rifacimento.



L’interno è semplice, intonacato di bianco, con volte a crociera. Sono stati messi in luce alcuni affreschi della scuola di G.Pietro da Cemmo: il S. Cristoforo è enorme, le mani ed i piedi spaventosi, alto quanto la chiesa, unico esemplare superstite dei tanti S. Cristoforo affrescati sulle facciate delle pievi quattrocentesche della Valle. L’immagine del gigante buono, che porta sulle spalle il bambino Gesù, dal secolo tredicesimo fu una delle più diffuse nell’iconografia cristiana in Italia. Piace moltissimo ai bambini, che lo immaginano attraversare turbinosi torrenti per portare in salvo il Bambino.
Il presbiterio è separato dalla navata da una bellissima cancellata in ferro battuto, una raffinatezza squisita in tanta semplicità. Le colonne della soasa sono a tralci d’uva colorata, il tabernacolo ligneo piange la perdita di tutte le sue statuette e di molti ornamenti.



Andrista è conosciuta in Valle anche per il suo curioso ed antichissimo “Badalisch”, un mostro della tradizione con un enorme testone peloso, che muove la bocca per raccontare tante storie sia fantastiche che legate alla realtà ed ai pettegolezzi del paese. Il Badalisch è nascosto in una grotta, ma quando le “tacole” lo chiamano, la sera del 5 gennaio, ricompare circondato da maschere particolari e comincia a narrare le sue magie e le sue verità. La signora Gabriella, che può darvi le chiavi per visitare le chiese, è molto ospitale e vi darà tutte le informazioni che desiderate: vi racconterà del Badalisch fino a farvi incuriosire a tal punto da desiderare che il prossimo gennaio arrivi il più presto possibile.





Da vedere:
la coloratissima soasa sopra l’altare maggiore e gli affreschi interni attribuiti alla scuola di G. Pietro da Cemmo

Periodo storico:
la Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso è del secolo XII – XV ed è una delle poche chiese camune a conservare il cimitero attorno alle proprie mura.


Bibliografia
“…Ti racconto un itinerario singolare…” Consorzio delle Pro Loco camune-sebine