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Malegno: la leggenda di San Simonino
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25053
Malegno
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Panorama di Malegno
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Ha bei portali d’antichi palazzi signorili il centro storico del paese, ma appare trascurato e bisognoso di restauri. Non c’è tempo per rattristarsi, perché, subito, un campanile cinquecentesco in pietra a vista, con la cella campanaria ornata da quattro bifore racchiuse in un arco a pieno centro e da quattro merli ghibellini di fascino medioevale, attira la mia attenzione. La chiesa accanto è l’antica parrocchiale di S. Andrea, quattrocentesca, con tracce di romanico nell’abside, allungata e rimaneggiata nei secoli successivi. L’esterno della piccola abside del XII sec. si può vedere entrando nel convento delle suore Canossiane (suonate il campanello), letteralmente addossato alla chiesa: è minuscola, misteriosa, costruita in conci di pietra grigia ben squadrati. Due lesene che appoggiano su uno zoccolo, la dividono in tre parti ornate da archetti pensili: nella parte centrale c’è una piccola, affascinante monofora strombata, molto simile a quella di S. Maria in Castello di Losine e di S. Apollonio di Pezzo e dello stesso periodo storico.
Sulla parete nord della chiesa ci sono pitture molto sciupate, ma curiose ed interessanti. Si nota subito un grande S. Cristoforo con il Bambino in spalla, tanto simile a quello di Andrista, e riquadri che illustrano la legenda di S. Simonino, un santo bambino inventato dai cristiani per mettere in cattiva luce gli ebrei, che lo avrebbero prima rapito e poi martirizzato. Quanti piccoli S. Simonino ho visto nelle pievi quattrocentesche della Valcamonica! Così, senza parole, usando immagini dai volti crudeli, si insegnava l’odio per gli ebrei, caratterizzati da segni ovali sulle vesti e da strani copricapo.
All’interno, nel presbiterio, sono stati messi in luce affreschi trecenteschi, tra cui una singolare Natività, che richiama lo stile giottesco.
Merita una visita la Parrocchiale nuova con statue di Beniamino Simoni e del Fantoni.
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Molto interessante a Malegno è il Museo Etnografico del ferro “le Fudine”, che ha l’intento di presentare al pubblico e conservare le fucine di via S. Antonio, uno dei più interessanti monumenti di archeologia industriale della Valle. L’edificio originale, ristrutturato, ha origini cinquecentesche. La struttura, che è stata più volte rimaneggiata, ha spazi principali con i forni, i magli, la tromba idraulica, la mola, le incudini e vani più piccoli che ospitavano la cesoia ed i magazzini per il ferro ed il combustibile. Quasi tutti i macchinari della fucina erano azionati dalle ruote idrauliche, poste nel canale dove scorreva l’acqua, che ancora si possono osservare all’esterno della fucina stessa.
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Ancora un piccolo gioiello, alto sul fiume, prima di attraversare il ponte che porta a Cividate: la chiesetta di S. Maria dell’Ospedale, eretta nelle vicinanze dell’antico ospizio degli esposti. Ha un campanile romanico, in conci di granito, con eleganti bifore nella cella campanaria ed un interessante interno con notevoli tele alle pareti.
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Orari apertura:
martedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00, giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00 e sabato dalle ore 14.00 alle ore 16.00
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Da vedere: |
le statue opera di Beniamino Simoni nella navata della parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo
Il "Santel del'Ora", si tratta di una piccola santella che sorge a est del paese, il suo nome deriva dal venticello che proviene dal lego d'Iseo verso mezzogiorno: "l'Ora".
Grazie a esso in passato i nostri contadini riuscivano a misurare il tempo.
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"... Ti racconto un itinerario singolare" Consorzio delle Pro Loco camuno-sebine
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COME ARRIVARE
Percorrendo la Statale 42 fra Darfo e Breno, si imbocca l’uscita Cividate Camuno, dirigendosi verso Breno e raggiungendo l’abitato di Malegno dopo 1 km.
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