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Piancogno e l’Annunciata. Mi ritiro in convento
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25052
Piancogno
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L'Annunciata
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Quando avete voglia di pace e di silenzio salite al convento dell’Annunciata, percorrendo la strada che da Malegno porta ad Ossimo Inferiore per poi deviare a sinistra su un’altra strada che corre, piano per la verità, tra campi e fitti boschi.
Ho voglia di ritirarmi in convento e vengo subito accontentata. Mio figlio, stranamente accondiscendente, mi porta all’Annunciata. Mi lascia però in compagnia di due nipotini, curiosi ed intelligenti che mi faranno compagnia.
Riesco a conquistare, dopo aver suonato il campanello, frate Geminiano che, con due occhi limpidi e molta gentilezza, mi spiega come il convento sia stato fondato dallo spagnolo Amedeo Mendez da Sylva nel XV secolo. Fu dapprima sede conventuale dell’ordine Amadeita, poi degli Osservanti, poi dei Riformati fino alla soppressione voluta da Napoleone Buonaparte. All’inizio del 1800 giungono in valle i Cappuccini, che tutt’ora abitano il convento: sette vecchi frati con sette lunghe barbe, che nascondono tanta sapienza. Qui visse per molti anni il beato Innocenzo da Berzo: il convento ospita un museo con i suoi oggetti personali.
Visitiamo parte dell’interno. I due chiostri hanno belle colonne di arenaria rossa; gli archi della volta sono sostenuti da capitelli ornati da interessanti motivi simbolici, tutti diversi fra loro; un bellissimo refettorio e stanze adibite a dormitorio possono servire per chi vuole venire quassù a fare esercizi spirituali; da ogni loggiato, da ogni finestra si gode una splendida e larga veduta sulla Vallecamonica.
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Ma il cuore e la mente si riempiono di gioia e meraviglia quando entri nella chiesa e ti appaiono, in tutto il loro splendore, l’arco trionfale, sul quale sono dipinti episodi della vita di Gesù, in riquadri che circondano una dolorosa Crocifissione e la volta del coro, a vele e lunette, così diversa nella concezione architettonica e pittorica della tradizione camuna di quel tempo. I colori di Pietro da Cemmo sono qui smorzati rispetto a quelli di S. Maria in Esine, ma gli affreschi offrono le stesse forti emozioni, creano un’atmosfera che a volte sembra di sogno ma che spesso è realistica: quando ha il sopravvento la realtà, essa è cupa e dolorosa. Nella volta del coro ritrovo la Madonna della Misericordia e tanti angeli che pregano, suonano e cantano, sempre più piccoli man mano si sale verso l’alto, immagini smaterializzate, dai toni pittorici irreali. Vorrei dirvi tante altre impressioni, ma lo scopo del mio itinerario non è quello di fare un trattato di arte cemmesca; sono certa però che gli affreschi della chiesa vi piaceranno moltissimo anche perché la pittura del da Cemmo è sempre lì, semplice e colorata, come un gioco che è facilissimo da capire ed utilizzare da chiunque lo voglia accettare con disponibilità, primi fra tutti i bambini.
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Scendiamo a Cogno percorrendo a piedi la via Vigne, uno dei percorsi più belli della Valle: cogliamo fiori, tante ortiche per la minestra, ammiriamo il panorama che si apre limpido fino al lago d’Iseo. Lungo la strada vi sono tante casette ben ristrutturate con balconi di legno che guardano la Valle e, ancora, orti, viti, alberi da frutto. I bimbi sono orgogliosi di questo nuovo itinerario che ha arricchito le loro conoscenze sia artistiche che ambientali.
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Periodo di apertura:
tutto l'anno
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Orari apertura:
dalle 7.30 alle 11.45 e dalle 14.30 alle 17.30
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Note: |
bella e molto panoramica la passeggiata che dall'Annunciata porta a Cogno
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Da vedere: |
gli affreschi di Pietro da Cemmo
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Periodo storico: |
XV secolo d.C.
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"... Ti racconto un itinerario singolare" Consorzio delle Pro Loco camuno-sebine
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COME ARRIVARE
Percorrendo la Statale 42 fra Darfo e Breno, si imbocca l’uscita Cividate Camuno, dirigendosi verso Breno. Dopo 1,5 km si svolta al bivio per Borno. Dopo 7 km si incontra il bivio per l’Annunciata e si raggiunge la località dopo circa 2,5 km.
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